Sulla Stu la mannaia del Consiglio di Stato

Golfo Aranci – Il Consiglio di Stato ha scritto ieri la parola fine sulla Stu, la Società di trasformazione urbana che il Comune aveva costituito con la Pirelli Real Estate. La quinta sezione ha respinto gli appelli promossi dall’amministrazione comunale.

Il Comune aveva deciso di giocare l’ultima carta del Consiglio di Stato nella speranza di ribaltare la sentenza del Tar che aveva dichiarato illegittimo il bando di gara per la costituzione della Stu, annullando tutti gli atti. Speranza sulla quale ora è stata posta per sempre una pietra. Non si conoscono ancora le motivazioni, ma i dispositivi depositati in cancelleria dichiarano che gli appelli sono stati rigettati. E questo basta per chiudere definitivamente il capitolo Stu, un progetto vissuto per anni sul filo del rasoio, tanto voluto dall’amministrazione comunale (Memmoli prima, Fasolino poi) quanto contestato dall’opposizione. Una vita tormentata da ricorsi e burocrazia, quella della società mista pubblico-privata nata nel 2005, sodalizio tra il Comune e la Pirelli Re, socio do maggioranza, che avrebbe dovuto realizzare interventi di edilizia pubblica e privata su un’area di 48 ettari, per un totale di 500 mila metri cubi. A far precipitare la situazione, nel giugno scorso, la sentenza del Tar. Che accogliendo il ricorso della Golfo degli Aranci srl, società dell’imprenditore Luigi Ranalli, protagonista da tempo di un braccio di ferro col Comune, aveva dichiarato illegittima la gara per la costituzione della Stu per via delle modalità seguite nella scelta del socio privato. Un mese dopo, la seconda bocciatura con le stesse motivazioni, ricorso presentato dal Centro residenziale Igefin, infine uguale pronunciamento a favore della terza società, la Real Invest srl. Da lì, la decisione del Comune e della Pirelli Re di appellarsi al Consiglio di Stato. Amareggiato il sindaco Giuseppe Fasolino. «Non ci resta che voltare pagina e guardare avanti. Di sicuro, nessun accordo potrà avere delle ricadute così importanti per il nostro Comune, come quelle che avremmo avuto con la Stu».

La Nuova Sardegna del 24/02/2010