La finanza indaga sulla costruzione della Stu

Golfo Aranci – Dopo la perquisizione nello studio di un architetto si esaminano i documenti. Tsumanidella guardia di finanza nella Stu. La società di trasformazione urbana, di cui fanno parte il Comune e il gigante dei copertoni e dei mattoni, finisce al centro di un’inchiesta della Procura di Tempio.

L’attenzione degli inquirenti sarebbe rivolta alle procedure che sono state eseguite per costituire la Stu. Il sostituto procuratore, Claudia Alberti, ha aperto un fascicolo sulla joint venture che deve plasmare i 50 ettari alle porte di Golfo Aranci.
Un progetto di 500 mila metri cubi di cemento in cui sono previste case popolari, villette, piazze, servizi commerciali. Un paese vista mare tutto da tirare su e affiancare a quello ufficiale. La guardia di finanza dietro mandato della Procura, ha perquisito lo studio e l’abitazione di un architetto molto noto a Olbia, Sandra Deiana, tra i responsabili dello studio tecnico urbanistico che ha contribuito a dare il via libera alla società di trasformazione urbana. Gli uomini delle fiamme gialle, guidati dal comandante Cesare Antuofermo, hanno acquisito alcuni documenti, iscritti nel registro degli indagati anche il sindaci di Golfo Aranci, Sergio Memmoli, e il city manager del Comune di Olbia, Giovanni Achenza, che aveva un incarico di consulenza per l’amministrazione della Stu di Golfo Aranci. Tutti atti dovuti, sembra di capire. Sull’inchiesta i vertici della Pirelli Re scelgono la via del silenzio. Nessun commento ufficiale, ma massima serinità. Ottimismo che contagia anche l’amministrazione di Golfo Aranci, che parla di uffici trasparenti e carte a disposizione di tutti. Il sindaco Sergio Memmoli fa sapere di avere mostrato i faldoni della Stu già alla guardia di finanza e ai carabinieri che si sono presentati nel corso di questi anni negli uffici comunali. Anche l’iscrizione nel registro degli indagati senbra un atto dovuto. Figlio della montagna di esposti e di denunce da parte di privati e associazioni che anno invaso la Procura in questi anni.
La fetta più grossa della Stu è della Pirelli Re, che ne controlla il 99%, il resto, lo 0,01%, è nelle mani del Comune. Ma l’amministrazione ha la possibilità di far salire le proprie quote fino al 30% e il Comune sembra intenzionato a inserire nel progetto altri 12 ettari per acqisire nuove quote e arrivare fino al 15% del capitale. Il piano che doveva garantire un futuro turistico per il paese, che vede il suo porto merci morire e quello passeggeri agonizzare, rischia di infrangersi in una guerra in cui sono coinvolti privati e ambientalisti. Una battaglia di carta bollata. Il bando concorso europeo per costruire la Stu era stato emanato per tre volte. E per tre volte era andato deserto. Alla fine si erano presentati un privato e la Pirelli Re. Era sull’offerta più solida. Nella commissione nomi e personalità che davano garanzia di massima trasparenza degli atti. Ma la procedura si è incagliata in una guerra fatta di esposti. Carte bollate che hanno zavorrato i cantieri su Baia Caddinas. Una storia a ostacoli. Il piano della Stu viene presentato alla città nel maggio 2006. A marzo del 2007, il via al cantiere a Baia Caddinas. L’arrivo delle ruspe non spegne le polemiche. Da una parte la società e l’amministrazione, dall’altra privati e ambientalisti, in particolare il Gruppo di intervento giuridico e Gli amici della terra guidati. Un altro capitolo è legato alla valutazione di impatto ambientale. La Regione lo ritiene indispensabile, per il Comune è superfluo. Ultimo braccio di ferro che rallenta il cantiere.

Il Sindaco:
“Motreremo in piazza tutte le nostre carte”

Sergio Memmoli incassa il colpo senza scomporsi più di tanto. Certo, ammette, non fa piacere scoprire di essere iscritto nel registro degli indagati leggendo il giornale ma sull’apertura del fascicolo da parte della Procura dice di essere “aasolutamente tranquillo”.
“Non ho ricevuto alcuna comunicazione, ho saputo dell’indagine dalla stampa – commenta il primo cittadino dagli uffici comunali di via Libertà -. Che dire se non che siamo tutti sereni, potremmo anche mettere in piazza la documentazione relativa alla Stu perchè questa operazione è limpida e pulita, tutto è stato fatto alla luce del sole. Del resto, i documenti gli abbiamo sempre messi a disposizione delle forze dell’ordine che ce l’hanno richiesto, i carabinieri e la stessa finanza, mesi fa. Posso dire solo di avere la coscienza a posto”.
Per la Stu Golfo Aranci è l’ennesima frenata, per gli amministratori un’altro grattacapo. Un nuovo capitolo che si aggiunge alle già numerose contestazioni ed esposti contro la Società di trasformazione urbana e gli interventi di riqualificazione urbana previsti, arrivati fin dalla sua nascita da più parti, ambientalisti in prima linea. “Questo progetto è nato per portare un indotto a Golfo Aranci ma è sempre stato ostacolato – prosegue Memmoli -: non lo vogliono gli ambientalisti, non lo vuole l’opposizione, non lo vogliono certi privati, poco interessati in verità alla tutela dell’ambiente. Siamo stanche di questi continui attacchi

La Nuova Sardegna del 23/07/2008