Ecco il piano regolatore del porto: più attracchi, via i bimari e nuova stazione marittima.
Golfo Aranci. La crisi politica aveva frenato il suo iter. Ieri dopo un anno dalla presentazione al comitato portuale, il piano regolatore del porto è stato illustrato alla comunità in una affollata assemblea. Un progetto che disegna il futuro sviluppo dello scalo per i prossimi 25 anni, rilanciando il sistema portuale del territorio.
A spiegare l’idea progettuale a fianco al sindaco Giuseppe Fasolino e alla sua amministrazione, il presidente dell’Autorità portuale Paolo Piro e l’ingegner Marco Tartaglini dell’equipe del progettista Alberto Noli, staff formato da 22 professionisti che per due anni hanno vagliato e studiato le strategie per ridisegnare il volto dei porti di Golfo Aranci e Olbia. “La portualità del nord Sardegna comincia ad avere il significato che merita”, ha detto il presidente Piro. Ricordando come la nuova progettazione debba essere vista nell’ottica di uno sviluppo che si estenderà fino al 2035. I punti di debolezza e i punti di forza che hanno tracciato le linee guida del piano, sono stati illustrati dal progettista. Che ha dimostrato il porto del futuro: un nuovo layaut portuale in grado di accogliere contemporaneamente 3 navi passeggeri (attracchi fino a 220 metri) e una nave da crociera di grandi dimensioni (la banchina sarà di 350 metri), una darsena destinata ai grandi yacht, e interventi volti a migliorare il collegamento col porto attraverso la creazione di un sottopassaggio e la viabilità circumportuale, ad ampliare il piazzale esistente e a incrementare le aree di sosta e quelle per i servizi. Saranno dismessi i fasci di binari – il traffico merci sarà trasferito a Cocciani – e sarà costruita una nuova stazione marittima di prestigio. Infine, una vasta area dell’ampliamento previsto sarà destinata alle attività di cantieristica da diporto.
Numerosi gli interventi da parte del pubblico che ha espresso apprezzamenti ma anche perplessità. Una su tutte la dimensione del progetto, definito da alcuni eccessivo per il paese: troppi 4 attracchi, troppa la sua estensione, che arriverà a 16 ettari. “Un progetto in antitesi con la vocazione turistica del paese”, ha detto qualcuno. “Meglio razionalizzare il porto che già c’è”, ha suggerito un’altro. Ma c’è stato anche chi ha sottolineato come Golfo Aranci nello sviluppo del porto troverà occasione di lavoro, dopo l’addio delle ferrovie e le difficoltà della pesca. “Credo che il problema non sia il progetto ma la paura di fare una scelta che segni il futuro del paese”, ha commentato Gian Luigi Sias, del Consorzio turistico.
Golfo Aranci, città turistica o città di porto?, insomma. Un quesito a cui ha cercato di rispondere il sindaco chiarendo che i tre quarti dell’ampliamento saranno comunque legati alle attività della cantieristica da diporto e al turismo con le navi da crociera e i grandi yacht. “Il primo intervento sarà proprio quello relativo alla cantieristica”, ha detto. Ribadendo come l’obiettivo dell’amministrazione resta quello di fare di Golfo Aranci un paese turistico ma che, nel frattempo, non può, però, permettersi di rinunciare allo sviluppo alternativo offerto dal suo porto.
Il piano che dovrà ancora seguire un lungo iter: dopo l’approvazione in consiglio comunale, verrà presentato al Comitato portuale per l’adozione, poi, passerà al Consiglio superiore dei lavori pubblici e al mistero dell’ambiente e dopo aver ricevuto i due via libera, dovrà essere approvato con decreto dal presidente della Regione.
La Nuova Sardegna del 28/10/2009