Baia Caddinas, l’inchiesta è chiusa

Abusi edilizi, tra gli indagati il vicesindaco e un ex assessore.
Golfo Aranci – La riqualificazione del porto inizia dall’allungamento del molo sud, un intervento necessario per rendere l’attracco delle navi più agevole e sicuro. Il progetto è stato approvato insieme ai lavori di completamento del porto pescherecci nella riuni­one di ieri del Comitato Portuale, incontro che ha dato il via alla discussione sulla bozza del Piano regolatore portuale, l’importante strumento che disegnerà il futuro sviluppo dei porti di Olbia e Golfo Aranci.

Il caso era scoppiato nel febbraio 2007, quando il Gruppo di intervento giurico, con un esposto a tutte le amministrazioni pubbliche (ministeri, assessorati regionali e comunali, uffici della Soprintendenza), al Corpo forestale e di vigilanza ambientale e alla magistratura, segnalarono che in un cantiere di Baia Caddinas – dov’era in corso di realizzazione un insediamento turistico di una trentina di villette – sorgeva in un’area tutelata da vincoli di inedificabilità idrogeologici.
Gli accertamenti della magistratura portarono alla denuncia del vice sindaco di Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino, e dell’ex assessore all’urbanistica Giorgio Vagnarelli, dell’impresario milanese Riccardo Lai, del titolare di un’impresa di costruzioni Gavino Scano e del progettista che aveva redatto i piani per quell’insediamento, Tommaso Pirina.
Gli indagati, nei giorni scorsi, hanno ricevuto l’avviso di concluse indagini e ora i loro legali – gli amministratori comunali sono assistiti dagli avvocati Angelo e Jacopo Merlini – hanno un mese di tempo per depositare memorie o sollecitare un suplemento di inchiesta.
La costa a est di Olbia è tenuta sotto costante monitoraggio dalle associazioni ambientaliste e dal gruppo di intervento giuridico, che segnalano ogni minima irregolarità che i loro responsabili riscontrano nelle licenze edilizie, a tutela di un paesaggio rimasto ancora incontaminato ma minacciato da sempre più incalzanti colate di cemento.
Gli amministratori di Golfo Aranci si sono sempre detti certi di agire nell’interesse della collettività, ma il loro operato è sottoposto dalle critiche non soltanto dell’opposizione, ma anche dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Le villette in costruzione, stando alle indagini svolte dalla polizia giudiziaria, sarebbero sorte in un impluvio – un rigagnolo perennemente in secca – e in parte su una zona umida, da qui le contestazioni della magistratura dopo gli accertamenti da parte del corpo di vigilanza ambientale della Regione Sardegna.

La Nuova Sardegna del 18/10/2008